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Lega Modena

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Pur condividendo il programma integrale di Lega Modena e della coalizione del Centro-destra, qui di seguito espongo alcune proposte sulla mia visione politica della città:
PER LA CITTA’

  • Ridare slancio alla città, dopo che tutti gli indicatori degli ultimi anni mostrano un preoccupante arretramento di Modena rispetto a città dalle caratteristiche simili.
  • Nella pubblica amministrazione, politica della meritocrazia e della valorizzazione del capitale umano: chi vale e si impegna deve essere premiato in quanto a carriera e salario, indipendentemente dalle simpatie politiche o dalle tessere sindacali possedute.
  • Riduzione della burocrazia comunale, con compressione delle innumerevoli elargizioni senza controllo e del ricorso a consulenze che comportano sperpero di denaro pubblico; col denaro risparmiato più servizi diretti e meno esternalizzazioni, per più qualità.
  • Nuova politica dello sport finalizzata al benessere fisico dei cittadini, superando l’uso strumentale che spesso se ne fa per garantire la diffusione di idee politiche rivolte al mantenimento del consenso politico.
  • Favorire i flussi turistici puntando sulle nostre tipicità artistiche, culturali, culinarie e motoristiche.

PER I GIOVANI

  • Aumentare gli spazi di divertimento e di svago per i giovani, che non possono ridursi soltanto ai circoli ARCI. Favorire la presenza di luoghi di incontro e divertimento vicino alla città, meglio se in zone non altamente popolate per limitare le percorrenze notturne in macchina e ridurre il rischio di incidenti.
  • Proporre servizi notturni di taxi a tariffe calmierate per i giovani che si vanno a divertire.
  • Contrastarle l’abuso di alcool e di stupefacenti all’insegna della cultura del divertimento sano e senza aiuto chimico.
  • Favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e aiutare quelli con più iniziativa, finanziando le idee più originali.
  • Aiutare l’orientamento nelle scelte professionali, facendo proiezioni che indichino ai giovani le aree professionali in cui potranno trovare più sbocchi nel mondo del lavoro.
  • Ridurre per quanto possibile il precariato, per una vita con più sicurezze.

PER L’ECONOMIA E PER LE IMPRESE

  • Investire in infrastrutture e rendere più efficiente la logistica per le imprese.
  • Favorire le imprese a tecnologia innovativa.
  • Maggiore supporto per gli operatori economici e per gli imprenditori impegnati nei mercati internazionali (mettendo a loro disposizione esperti in contratti, avvocati, ecc.).
  • Tempi di autorizzazione per eventuali espansioni aziendali dimezzate in linea con i tempi di una economia sempre più globalizzata.
  • Favorire i rapporti tra Università di Modena e Reggio Emilia ed imprese locali per la nascita di prodotti innovativi, che potranno avere una favorevole ricaduta su economia ed occupazione.
  • Per il commercio favorire un maggiore equilibrio tra piccola e grande distribuzione (in centro salvaguardare il mercato coperto di Via Albinelli, che non deve diventare un contenitore di bar e ristoranti, ma deve restare il cuore commerciale e turistico all’ombra della Ghirlandina).
  • Ricreare una vera concorrenza nella nostra realtà locale tra le imprese superando l’attuale monopolio delle cooperative.
  • Fare cessare certi favoritismi ad attività commerciali ed imprese, per quanto riguarda il rilascio di permessi e la frequenza e severità dei controlli, spesso condizionati dell’orientamento politico dei titolari.
  • Snellimento amministrativo per piccole imprese, esercizi commerciali, liberi professionisti, perché in questo comune si tendono ad appesantire tutte le pratiche con continui intoppi burocratici, senza differenziare rispetto alle dimensioni delle attività.
  • Cessare con le operazioni di finanziamento a lungo termine (i cosiddetti project financing), in cui si ipoteca il futuro delle prossime generazioni (vedi appalto trentennale a Sesamo per la gestione dell’Ospedale di Baggiovara e l’appalto alla cordata di cooperative per la realizzazione e la gestione del parcheggio del Novi Sad che si protrarrà per ben 39 anni, o il colosso cooperativo della ristorazione che gestirà le mense di Modena per 16 anni).

PER L’AMBIENTE

  • Incrementare l’attenzione nei confronti dei problemi ambientali, favorendo più sofisticati controlli sugli inquinanti ed aumentando le centraline di controllo dell’aria.
  • Spegnere l’inceneritore prima del termine previsto.
  • Nel frattempo ridurre la quantità di rifiuti bruciati a quelli non differenziati provenienti dalla provincia di Modena
  • Modificare radicalmente il sistema di raccolta dei rifiuti, continuando sulla via della differenziazione ma riponendo i cassonetti anche per carte e plastica.
  • Vincolare Hera a maggiori controlli diretti da parte degli enti comunali e provinciali preposti, per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti e il loro smaltimento, ponendo un controllo comunale diretto su quello che entra nelle discariche e negli impianti di trattamento (in modo da assicurarsi sulla corrispondenza tra tipologia di rifiuti effettivamente trattati e quelli dichiarati e in modo da verificare la correttezza dei dati sulla differenziazione).
  • Limitare la presenza di aziende inquinanti nei pressi dei centri abitati.
  • Ultimare la rimozione di tutte le strutture con presenza di amianto in città.
  • Incentivare l’utilizzo di veicoli a emissioni basse e nulle (elettrici, ibridi e a gas).
  • Favorire opere di mitigazione ambientale, a partire dalla

PER LA SICUREZZA

  • Da un lato una maggiore prevenzione e repressione dei reati legati alla piccola delinquenza (furti, rapine, truffe, ecc.), dall’altra contrastare l’infiltrazione delle grandi organizzazioni criminali nel nostro territorio.
  • Fornire alla Polizia Locale dotazioni strumentali adeguate (taser, metal detector portatili, body cam).
  • Maggiore coordinamento tra le varie forze di polizia e i gruppi di vicinato.
  • Contrasto al fenomeno delle baby gang, sia con misure educative che repressive.
  • Controlli sul porto di armi illegali (coltelli, machete, mazze da baseball, ecc.).
  • Favorire l’immigrazione di popolazioni con cultura più simile alla nostra, in modo da agevolarne l’integrazione. Mano pesante contro gli extracomunitari irregolari, con controlli di identità da parte delle forze dell’ordine sui mezzi pubblici, per le strade, nei parchi, nei centri storici.
  • Garantire un servizio di taxi in centro storico a tariffe calmierate per gli abitanti in zona ZTL per consentire di accompagnare a casa in macchina i residenti del centro storico in totale sicurezza, soprattutto di notte.

PER LA FAMIGLIA

  • Politica della famiglia (asili nido, sostegno alle madri, promuovendo forme di tele-lavoro o favorendo la riorganizzazione dei tempi e delle modalità del lavoro in modo da meglio consentire l’accudimento dei figli).
  • Costruire grandi parchi giochi recintati per bambini, con sorveglianza, piccola infermeria e limitazione degli accessi ai soli bambini e accompagnatori.
  • Applicare correttivi all’ISEE per favorire gli aiuti alle famiglie con figli.

PER L’URBANISTICA

  • Progettare un nuovo piano per la viabilità e aumentare i parcheggi in prossimità del centro cittadino, vero fulcro dell’attività commerciale, amministrativa e sociale della città.
  • Cessazione del perpetrarsi di scempi ambientali, che sono sotto gli occhi di tutti, causati da una urbanizzazione selvaggia, che ha consumato tutto il territorio disponibile. La rigenerazione deve valere anche per le opere pubbliche o con finalità sociali.
  • A livello edilizio aumento della densificazione abitativa (crescita in altezza degli edifici in periferia per lasciare più spazio ad aree verdi). Questo vale anche per ipermercati e i relativi parcheggi, che dovranno essere multipiano.
  • Ridurre i margini di discrezionalità del Comune nella formulazione degli Accordi Operativi coi privati, nei casi di trasformazione urbana, in conformità ai principi di legalità, imparzialità e trasparenza.
  • Migliorare l’arredo urbano della nostra città e ripristinare i parchi cittadini che sono tutti un po’ malconci.
  • Svolgere un’azione di cura e manutenzione del patrimonio arboreo.
  • Razionalizzazione delle piste ciclabili che a Modena sono mal progettate, mal tenute e talvolta rischiose.
  • Eseguire una migliore manutenzione delle strade, le cui buche costituiscono un pericolo soprattutto per biciclette e motoveicoli. Preoccuparsi della manutenzione dei marciapiedi, spesso motivo di infortunio per i perdoni.
  • Prevedere l’universal design (la progettazione di prodotti, strutture, programmi e servizi utilizzabili da tutte le persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate) in tutte le opere pubbliche o private autorizzate per favorire la mobilità dei disabili.

PER LA SALUTE

  • Per la sanità uscire da logiche soltanto di tipo politico. Qui a Modena non solo il Direttore Generale dell’Azienda sanitaria, ma anche tutte le figure apicali sono scelte sulla base di criteri politici. Questi dirigenti rispondono delle loro azione ai vertici politico-economici, che li ha nominati, e sono obbligati a perpetrare logiche clientelari nell’aggiudicazione degli appalti e negli incarichi dei sottoposti.
  • Riattivare alcuni presidi sanitari territoriali periferici per non gravare eccessivamente sui due ospedali cittadini.
  • Integrare meglio la fusione dei due ospedali, razionalizzando in particolar modo sul personale amministrativo, in modo da utilizzare più risorse per il personale attivamente implicato nelle cure.
  • Favorire la libera scelta dei cittadini nella scelta delle strutture sanitarie o dei professionisti a cui intendano rivolgersi.
  • Riduzione dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie, che in alcuni casi sono davvero scandalosi.
  • Garantire i ricoveri nei reparti indicati, lasciando solo a casi eccezionali il ricovero in reparti non pertinenti. Favorire i ricoveri in camere con pazienti provenienti da culture simili (con particolare riguardo all’ostetricia).
  • Evitare che i Posti di Pronto Soccorso siano luoghi in cui si debba perdere mezza giornata per essere visitati ed evitare che diventino luoghi in cui trovano rifugio senta tetto ed emarginati di varia estrazione.
  • Ripensare globalmente ad un progetto per la terapia e il supporto dei pazienti psichiatrici, sia quelli lievi che quelli gravi, visto che l’incidenza di casi è in forte ascesa anche a causa delle insicurezze occupazionali ed economiche. Inoltre sono da prendere in maggiore considerazione l’intercettazione delle nuove patologie psichiatriche nei giovani, a partire dai disturbi del comportamento alimentare, alla dipendenza da computer e videogiochi, alla ludopatia.
  • Cambiare il sistema informatizzato delle cartelle cliniche adottato perché i sanitari si lamentano che funziona male, perdono più tempo e lamentano una pessima gestione delle terapie (ci sono altri programmi sul mercato molto più immediati e performanti: ad esempio il sistema di Cartella Clinica informatizzata adottato da RE Matilde).
  • Aumentare le retribuzioni delle branche con più responsabilità e più stressanti, altrimenti non si troveranno più medici che si rivolgeranno a queste specialità.
  • Collaborare con l’Università per determinare il numero di medici da formare e il numero degli specialisti di cui avremo bisogno
  • Aumentare le retribuzioni dei medici strutturati e ridurre quelle dei turnisti.
  • Oggi col fatto che i primari devono vedersi rinnovato il ruolo ogni 5 anni sono tutti ricattabili dai dirigenti amministrativi e si adeguano a tutto: diventa un sistema di ricatto.
  • Ci sono amministrativi che lavorano pochissimo e che sono un vero e proprio peso per il sistema (va snellito).
  • Oggi la carenza di medici, spinge a cercarne dove se ne trovano: spesso si chiamano medici dall’estero, anche da paesi in cui il livello formativo è molto basso: in questo modo si uccidono le competenze.
  • Riorganizzare la rete sanitaria territoriale, perché con il PNRR si sono fatti grossi investimenti in strutture (OSCO, Case della salute, Hospice, ecc.), ma poi manca il personale e le risorse per gestirle.
  • Si è partiti con i CAU (centri di emergenza e urgenza) per risolvere i problemi di pazienti urgenti non gravi, ma c’è necessità di una migliore integrazione con le strutture esistenti e devono avere personale medico e infermieristico sufficiente. Inoltre i progetti previsti sono in grave ritardo rispetto al cronoprogramma.
  • Sono state aperte le prime case della salute, ma ancora mancano tutte le figure che dovrebbero riempirle (fisioterapisti, medici di famiglia, psicologi, ecc.).
  • Puntare su una vera assistenza domiciliare dei pazienti fragili, oggi che gli stessi medici di famiglia spesso evitano di fare le visite domiciliari.
  • Alcune aree del territorio non trovano medici di famiglia: per le zone disagiate prevedere benefit (pacchetti alloggio, disponibilità di studi professionali senza affitto, o con ridotta tassazione per un primo periodo, come si fa in Francia).
  • Individuare alloggi di edilizia sociale con affitti ridotti per le professioni di aiuto (infermieri, oss, ecc.) perché con i loro stipendi non sostengono un costo della vita che nella nostra città è molto alto.
  • Maggiore concorrenza tra sanità privata e sanità pubblica.
  • Aumento delle ore apertura delle attività sanitarie che prevedono l’utilizzo di apparecchiatura molto costose e ad invecchiamento tecnologico molto rapido.
  • Valutare se hanno senso dei reparti doppi nei 2 ospedali, ora che fanno parte della stessa azienda sanitaria e non c’è più la netta differenza tra ospedale universitario e ospedale ASL.
  • Implementare le terapie domiciliari, soprattutto quando rivolte ad anziani e disabili.
  • Prevedere nelle polisportive attività fisica specifica per gli anziani.

PER LA CULTURA

  • Ripristino delle commissioni di gestione, per non lasciare tutta la parte decisionale soltanto ai direttori dei teatri, delle gallerie o delle associazioni (che spesso si scambiano favori).
  • Assicurare una pluralità culturale che negli ultimi anni si è persa.
  • Occuparsi di cultura in senso ampio, non prediligendo soltanto iniziative di nicchia relativamente partecipate.
  • Progettazione di eventi culturali di respiro nazionale che possano attrarre turisti e curiosi da tutta la penisola (e magari anche dall’estero): grandi mostre e grandi eventi musicali.
  • Studiare l’ipotesi dell’allestimento di una sorta di museo permanente di arte moderna o contemporanea.
  • Per quanto riguarda l’arte antica, la Galleria Estense è già di altissimo livello: va solo pubblicizzata di più.
  • Col teatro principale, il Pavarotti-Freni, c’è la possibilità di fare un’ottima programmazione musicale (stagione concertistica, operistica e dei balletti); sulla prosa, invece, abbiamo problemi perché il teatro delle Passioni e lo Storchi sono integralmente gestiti da ERT, che cerca di imporre i suoi spettacoli autoprodotti, che sono estremamente ideologizzati. Pur insistendo sul mantenimento a Modena della sede dell’ERT, ciò non significa avere l’esclusiva di tutta la produzione della prosa.
  • Formare i bambini al piacere del teatro attraverso varie iniziative.
  • Le Biblioteche funzionano bene. Ma devono essere potenziate anche su una maggiore neutralità ideologica. La Delfini dovrà essere ampliata prendendo possesso delle aree del Palazzo santa Margherita che oggi sono a disposizione di Modena arti visive. Alla galleria civica dovrebbero andare gli spazi della palazzina Vigarani, da usarsi in associazione ai nuovi spazi resi disponibili all’interno dell’ex ospedale estense e al Complesso monastico di San Pietro.
  • La Fondazione Moderna Arti Visive (Galleria Civica - Museo della Figurina -Fondazione Fotografia) è l’insieme dell’accorpamento di tre strumenti produttivi nelle loro specificità. Unirle è stato un errore. Non solo si è rivelato tale per problemi di gestione, ma perché si tratta di strumenti d’iniziativa culturale con specificità diverse. Sarebbe venuto il momento di ritornare alla loro separazione.
  • Recuperare l’identità del nostro passato estense con manifestazioni storiche, che possano rappresentare attrazione di flussi turistici.
  • Migliorare la qualità delle manifestazioni di intrattenimento estivo, senza affidarle sempre ai soliti noti.
  • Utilizzare di più studenti e insegnati dell’istituto Orazio Vecchi per attività dedicate ai modenesi, così come le scuole di canto;
  • Non bisogna ridurre le manifestazioni culturali a mero intrattenimento, ma devono contribuire a migliorare la formazione culturale dei modenesi ma richiede pazienza e tempi lunghi.
  • Troppo spesso in città assistiamo a manifestazioni culturali che assomigliano ad una sagra paesane il che non sarebbe male se venissero definite tali!
  • Riprendere il Festival delle Bande militari, visto che siamo la sede dell’Accademia Militare.
  • Dare una vera personalità alla grande operazione culturale del Sant’Agostino, che ancora non ha un’anima.
  • Rinnovare il Festival della Filosofia, che ormai è diventato ripetitivo, con sempre gli stessi personaggi ben delineati politicamente.
  • Indire concorsi culturali per avvicinare giovani artisti alla nostra città.
  • Per i giovani artisti si potrebbero individuare aree in cui trovare la possibilità di vivere e lavorare a costi limitati e in cui si possano incontrare e contaminare per un migliore risultato artistico;
  • Ipotizzare la costruzione di un nuovo stadi in una zona periferica del Comune ben collegato alla rete viaria e con una struttura pensata per essere usata non solo per lo sport, ma anche per concerti o altri eventi. Sono convinto che l’attuale presidente del Modena sarebbe pronto all’investimento, purché gli venga lasciato un certo grado di libertà. Questo eviterebbe il blocco di una parte della città ogni volta che c’è una partita.
  • Dobbiamo pensare ad una cultura che aiuti la nostra gente a crescere, a pensare individualmente,

Giovanni Bertoldi